Serial Game 3: American Gods, quanta roba!





Cos’è la fede?

Un aereo non è che un ammasso di metallo che pesa diverse tonnellate. La logica direbbe che un oggetto del genere non può staccarsi dal suolo, né tanto meno volare. Eppure la fisica di Newton ci dice che il flusso d’aria convogliato sotto le ali da…bah, sarebbe troppo noioso. Il fatto è che l’aereo vola. E le centinaia di passeggeri che viaggiano usandolo hanno fede in questo semplice dogma: l’aereo vola!

Dunque la fede è una sicurezza. La sicurezza che qualcosa può succede se solo ci si sforza di ritenerlo possibile. E talvolta questo sforzo è più intenso di quanto non si creda.

Facciamo un esempio.


Un tizio deve uscire di prigione tra 5 giorni e non vede l’ora di rivedere la moglie. A tre giorni dalla scadenza del termine viene rilasciato perché la suddetta moglie ha perso la vita in un brutto incidente automobilistico. Si viene a scoprire che l’incidente è stato probabilmente causato da un rapporto orale che la moglie stava avendo con il conducente della vettura: il migliore amico del tizio e colui da cui dipende il suo destino lavorativo.

Dunque il tizio si trova tradito, vedovo e senza futuro lavorativo.
Chiedetelo un po’ a lui che cos'è la fede.



Forse questa è l’introduzione più confusa che io abbia mai scritto ma la confusione è proprio la sensazione che mi ha provocato la prima puntata di American Gods.

E questa sensazione mi è piaciuta un sacco.

Quella che parte come una storia drammatica diventa presto qualcosa che non si può descrivere. Un uragano di cose che ti trascina qua e la e sembra non raccontare nulla di coerente ma alla fine, se si ha fede, la storia vera e propria arriva. Io lo so perché ho letto il romanzo da cui la serie è tratta, ma se devo fare finta di non sapere niente allora dico che in questa prima puntata viene creato un gancio enorme: chi sarà curioso verrà ricompensato, chi invece non apprezzerà potrà rivolgere la propria attenzione verso altri prodotti.

D’altra parte il concetto di fede si basa anche sulla dogmatica ricerca del senso delle cose.

Ci sono gli dei, tutti. E quando dico tutti intendo tutti gli dei di tutte le culture che potete immaginare ma questi dei non sono come ve li siete sempre immaginati. Niente fulmini e saette, miracoli o maledizioni: gli dei si sono adattati a vivere in mezzo a persone che non li ricordano più, ossessionati come sono dalle vicissitudini della vita quotidiana.

In pratica chi ha il tempo di chiudere gli occhi e invocare un dio quando deve correre da un lato all'altro della città per non perdere il lavoro o per chiudere un importante contratto di lavoro?

E allora ecco il senso.



Ogni cultura sbarcata in America si è portata dietro le proprie credenze personificate in esseri sovrannaturali capaci di fornire interpretazioni contigue a problemi assoluti: Odino, Thor, Anubi, Gesù, Krishna, i Jinn della cultura araba.

Questi dei, vecchi, stanchi e dimenticati, si contendono l’attenzione della razza umana con i nuovi dei, fabbricati dall’uomo a suo uso e consumo per poi divenirne schiavo: Media, Potere e Tecnologia.

I nuovi dei hanno il potere di realizzare sogni che l’uomo non sapeva neanche di avere e di cui non ha il benché minimo bisogno.
Ci aspettiamo che i vecchi dei combattano contro i nuovi dei per liberare l’uomo dalla tirannia di questi ultimi?

Manco per sogno.

I vecchi dei sono stati dimenticati e vogliono tornare ad essere invocati dall'uomo quindi sarà guerra senza quartiere.

Ma prima di questo torniamo al tizio dell’introduzione. Si chiama Shadow Moon e nonostante tutto decide di andare al funerale della moglie prendendo un aereo. Accanto a lui c’è seduto un vecchietto logorroico che gli offre svogliatamente un lavoro. L’anziano signore ha modi gentili ma affettati tipico di chi è sicuro di se o di chi cammina su questo mondo da tanto, tanto tempo.

Si chiama Wednesday.

Avendo letto il libro omonimo di Neil Gaiman mi aspettavo qualcosa ispirato ad esso ma non adattato in modo così preciso. 

Non sono un fan dei riadattamenti fatti per filo e per segno, preferisco di gran lunga una rilettura in chiave video di un romanzo e American Gods, in questa prima puntata, mi ha colpito proprio per questo: segue pedissequamente la storia ma la racconta in modo da trasformare un effetto speciale, una scena o un dialogo in un pezzo del mosaico della storia. Tocca allo spettatore mettere in ordine i pezzi.
Oltre la sorpresa, American Gods mi è veramente piaciuta e mi aspetto grandi cose nelle prossime puntate.

E dire che il romanzo non mi ha neanche fatto impazzire.

Buon serial game e buona vita a tutti

Commenti

  1. Il romanzo non l'ho letto, e la serie non l'ho vista, ma tutti ne parlano bene.
    Mica sapevo che iniziasse così... insomma, come perdere tutto in un istanti. I gods sono quelli che il tizio avrà bestemmiato.
    Mi intriga capire dove possa voler andare a parare...^^

    Moz-

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  2. Va a parare in una cosa che non ti posso dire ma è una figata incredibile. Credo che la forza della serie stia proprio nel creare confusione e mistero sul possibile epilogo dei fatti.

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  3. Arrivo qua tramite Moz, manco a dirlo.. leggendoti pensavo alla serie Il miracolo, su Sky in questi giorni, perché di fede e altre robe astruse è stracolma.. ora voglio vedere dove vuole andare a parare, il buon Ammaniti, anche se un vaghissimo sospetto inizia a farsi strada...

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    1. Benvenuto, mettiti pure comodo😉.

      Ho sentito parlare di questa serie sia in positivo che in negativo. Penso che un giorno la recupereró e magari ci faccio una puntata del Serial Game. Mi sembra interessante.

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